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Nella Russia di Putin by Andrea Borelli
Il 24 febbraio 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia ha dato ulteriore sviluppo alla guerra iniziata nel …
amo leggere biografie, non mi piace scriverle
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Il 24 febbraio 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia ha dato ulteriore sviluppo alla guerra iniziata nel …
minore spazio in confronto alle prime edizioni occupa la parte dedicata alla rievocazione storica. Per alcuni anni, infatti, un amplio segmento della parata era riservato alle truppe che, vestite con gli abiti e le armi della Seconda guerra mondiale, passavano di fronte alle tribune. Dal 2010, invece, solo un piccolo gruppo di soldati riporta sulla piazza Rossa le bandiere e gli stendardi sovietici, mentre sono i reggimenti dell'attuale esercito russo a occupare quasi l'intera manifestazione. Il 9 maggio si è perciò trasformato da giorno di rievocazione storica della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale a data per magnificare la forza militare della Russia di Putin. [...] La simbologia sovietica viene riutilizzata, rimodellata e integrata in uno specifico linguaggio autolegittimante elaborato accuratamente da un regime illiberale che non vuole sembrare la copia sbiadita di quello sovietico
— Nella Russia di Putin by Andrea Borelli (Page 94)
Il “sistema Putin” punta, perciò, all'utilizzo di alcuni strumenti culturali, repressivi, linguistici e di governo tipici dell'epoca staliniana. In particolare, facciamo riferimento a cinque temi ripresi con una certa efficacia: la repressione del dissenso e il monopolio dei mezzi di informazione, le pratiche illiberali come la sistematica manipolazione degli strumenti elettorali, la celebrazione del passato russo e delle vittorie militari, il russo-centrismo imperiale e, per ultimo, le politiche familiari di tipo tradizionalista. Si può affermare che alcuni dei punti sopra elencati non sono caratteristiche tipiche dello stalinismo e della Russia, ma anche di altri regimi totalitari o più o meno dittatoriali del XX e del XXI secolo. L'aspetto per noi importante è però che tutti questi costrutti pratici e mentali i russi li hanno ereditati dallo stalinismo, non da altre esperienze storiche da loro lontane nel tempo e nello spazio come il fascismo. In questo quadro concettuale è complesso sostenere che Putin sarebbe un nazionalista neofascista; la tesi qui esposta è, invece, che il presidente russo è un imperialista neostalinista.
— Nella Russia di Putin by Andrea Borelli (Page 33)
Putin ha legato l'identità russa del XXI secolo al campo culturale e politico del neoconservatorismo contemporaneo, portatore di una modernità antilluminista e avversa ai valori del liberalismo
— Nella Russia di Putin by Andrea Borelli (Page 27)
Con delicatezza e profondità, l'autore riesce a raccontare sé stesso, il rapporto con la madre, con Argirocastro e l'Albania e con la moglie Helena; sorprende la sincerità con cui parla di sé, creando l'illusione che mettersi a nudo sia una cosa facile e naturale. La "bambola" è la madre di Ismail Kadare; una donna dall'incomprensibile espressione di porcellana che porta con sé anche un'Albania antica, che cambia e si adatta alle nuove forme politiche, conosce il progresso e l'apertura, ma che conserva un'anima fedele a sé stessa.
Con delicatezza e profondità, l'autore riesce a raccontare sé stesso, il rapporto con la madre, con Argirocastro e l'Albania e con la moglie Helena; sorprende la sincerità con cui parla di sé, creando l'illusione che mettersi a nudo sia una cosa facile e naturale. La "bambola" è la madre di Ismail Kadare; una donna dall'incomprensibile espressione di porcellana che porta con sé anche un'Albania antica, che cambia e si adatta alle nuove forme politiche, conosce il progresso e l'apertura, ma che conserva un'anima fedele a sé stessa.
Non ci sono intuizioni geniali sorprendenti, ma logica elementare e dati a supporto a dimostrazione di una necessità evidente. Se vi gira per la testa l'idea che il carcere debba essere differente ma continuare a esistere è il libro che vi serve. Il carcere non è un male necessario, è un male inutile e dannoso, stupido,oltre che disumano.
Non ci sono intuizioni geniali sorprendenti, ma logica elementare e dati a supporto a dimostrazione di una necessità evidente. Se vi gira per la testa l'idea che il carcere debba essere differente ma continuare a esistere è il libro che vi serve. Il carcere non è un male necessario, è un male inutile e dannoso, stupido,oltre che disumano.
Il 24 febbraio 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia ha dato ulteriore sviluppo alla guerra iniziata nel …
È un contadino apparentemente astuto, violento e cattivo lo Zebio del titolo. Vive a Pazzano, sulle colline modenesi, con la …
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Dove sei stata, cos’hai fatto mai? Una donna! Donna, dimmi: cosa vuol dire "sono una donna" ormai?
Quante volte …
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Quante volte …
@d10c4n3@kolektiva.social @thatgiga@mastodon.social e comunque, cito l'autore: «in questo libro nessuna cantante e nessun cantante vengono accusati di maschilismo. Anzi, di più: si sostiene che non esistano persone maschiliste, ma atti, visioni e parole maschiliste».
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