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Andrea Borelli: Nella Russia di Putin (Paperback, Italiano language, 2023, Carocci editore)

Il 24 febbraio 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia ha dato ulteriore …

Il “manifesto intellettuale” di questo modo di intendere il mondo può essere identificato con il discorso che Putin legge all'Assemblea federale della Federazione russa il 12 dicembre 2013. [...] La colpa per questa destabilizzazione [dell'ordine mondiale] è da ricercare in quanti, con le loro politiche, provano a distruggere «i valori tradizionali [nel] tentativo di imporre ad altri paesi un modello di sviluppo apparentemente progressista» (ivi, pp. 308-9). Opporsi a questo, conclude Putin, vuol dire essere dei veri conservatori ed evitare lo scivolamento «verso un'oscurità caotica, uno stato primitivo». La retorica neostaliniana del presidente russo si salda, dunque, con i temi cari alle posizioni dei neoconservatori di tutto il mondo. Nel 2014 l'epilogo di Euromaidan – o “rivoluzione della dignità”, come è chiamata in Ucraina – e la cacciata del presidente Janukovič hanno rafforzato al Cremlino la certezza che gli USA stanno sottraendo alla Russia la sua storica sfera di influenza. Putin non accetta i cambiamenti nella capitale ucraina come il frutto della volontà popolare, non è un tratto culturale che gli appartiene. Da uomo dei servizi e cultore dell'impero, è invece convinto che si tratti di un complotto occidentale messo in atto con l'intento di colpire Mosca.

Nella Russia di Putin by  (Page 111 - 112)

Andrea Borelli: Nella Russia di Putin (Paperback, Italiano language, 2023, Carocci editore)

Il 24 febbraio 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia ha dato ulteriore …

La Guerra d'agosto [in Georgia] rappresenta una cesura e un precedente, perché convince Putin del fatto che l'opzione militare è l'unica strada perseguibile in ultima istanza per assicurare alla Russia la propria sfera di influenza. Fin dalla crisi con Tbilisi, al Cremlino si consolida una precisa interpretazione del caos presente nello spazio euroasiatico, che sarebbe colpa delle ingerenze occidentali e non dell'incapacità di Mosca nell'esercitare, se non attraverso strumenti coercitivi o con la vendita degli idrocarburi, una qualche forma di attrazione verso i paesi postsovietici. La leadership russa, insomma, finisce per elaborare una serie di “teorie del complotto” per giustificare le sue incapacità nel risolvere le dispute tra i soggetti nati dopo il 1991 in quella che ritiene essere la zona di sicurezza della Russia.

Nella Russia di Putin by  (Page 109)

Il bello, si fa per dire, è che questo modo di pensare, questa «teoria del caos» del putinismo con le relative teorie del complotto che ne conseguono, è stata assimilata pari pari da pezzi di sinistra, occidentale e non (in particolare da quella post-stalinista, ma non solo da quella) – e dalla destra neofascista e biancosuprematista, con la quale comunque il putinismo condivide una serie di valori. Riguardo alla sinistra ciò è accaduto, credo, in parte perché abbiamo smesso di studiare e di analizzare e ci siamo fermati a una visione del mondo cristallizzata in cui gli Stati Uniti sono l'unico impero, e ok, ma questo non dice molto; in parte credo sia successo perché venivamo da anni in cui l'imperialismo statunitense e occidentale aveva effettivamente prodotto solo caos e guerre (l'Iraq, l'Afghanistan, la Libia) ed era dunque facile entrare nell'ottica in cui questo susseguirsi degli eventi si sarebbe prodotto …

Andrea Borelli: Nella Russia di Putin (Paperback, Italiano language, 2023, Carocci editore)

Il 24 febbraio 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia ha dato ulteriore …

minore spazio in confronto alle prime edizioni occupa la parte dedicata alla rievocazione storica. Per alcuni anni, infatti, un amplio segmento della parata era riservato alle truppe che, vestite con gli abiti e le armi della Seconda guerra mondiale, passavano di fronte alle tribune. Dal 2010, invece, solo un piccolo gruppo di soldati riporta sulla piazza Rossa le bandiere e gli stendardi sovietici, mentre sono i reggimenti dell'attuale esercito russo a occupare quasi l'intera manifestazione. Il 9 maggio si è perciò trasformato da giorno di rievocazione storica della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale a data per magnificare la forza militare della Russia di Putin. [...] La simbologia sovietica viene riutilizzata, rimodellata e integrata in uno specifico linguaggio autolegittimante elaborato accuratamente da un regime illiberale che non vuole sembrare la copia sbiadita di quello sovietico

Nella Russia di Putin by  (Page 94)

Andrea Borelli: Nella Russia di Putin (Paperback, Italiano language, 2023, Carocci editore)

Il 24 febbraio 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia ha dato ulteriore …

Il “sistema Putin” punta, perciò, all'utilizzo di alcuni strumenti culturali, repressivi, linguistici e di governo tipici dell'epoca staliniana. In particolare, facciamo riferimento a cinque temi ripresi con una certa efficacia: la repressione del dissenso e il monopolio dei mezzi di informazione, le pratiche illiberali come la sistematica manipolazione degli strumenti elettorali, la celebrazione del passato russo e delle vittorie militari, il russo-centrismo imperiale e, per ultimo, le politiche familiari di tipo tradizionalista. Si può affermare che alcuni dei punti sopra elencati non sono caratteristiche tipiche dello stalinismo e della Russia, ma anche di altri regimi totalitari o più o meno dittatoriali del XX e del XXI secolo. L'aspetto per noi importante è però che tutti questi costrutti pratici e mentali i russi li hanno ereditati dallo stalinismo, non da altre esperienze storiche da loro lontane nel tempo e nello spazio come il fascismo. In questo quadro concettuale è complesso sostenere che Putin sarebbe un nazionalista neofascista; la tesi qui esposta è, invece, che il presidente russo è un imperialista neostalinista.

Nella Russia di Putin by  (Page 33)