Reviews and Comments

Non c'è niente da fare, tanto mi piacciono i romanzi di Benni e tanto mi lasciano perplesso i suoi racconti brevi.
In questo libro sono raccolti una serie di racconti surreali, ambientati per lo più in un clima di guerra o di regime dittatoriale, che scorrono come l'acqua fresca: non troppo pesanti ma comunque senza lasciare un grosso segno.
I due racconti che mi hanno colpito maggiormente sono: "L'uomo puntuale", dove la vita vissuta come "un inferno di solitudini immeritate" porta un uomo troppo puntuale ad un gesto di estrema vendetta; ed "Il re moro", un racconto veloce ma con una comicità surreale che riesce a strappare un sorriso;

Continuano le avventure dei sopravvissuti di Cori che dovranno affrontare pericoli ben peggiori di quelli a cui erano scampati nella Grande Foresta.
Mentre tutti cercano di rifarsi una vita adattandosi ai ritmi della città, Ian insegue il suo sogno di diventare strider dedicandosi anima e corpo ad un duro allenamento. L'obiettivo è partecipare alla gara per la selezione delle nuove reclute e per fare questo ha bisogno di una spalla, Nora.
Purtroppo per loro, il nemico è più vicino di quanto sembri.

Continua la saga di Vimes, più che mai combattuto col suo lato oscuro: il demone che l'aveva posseduto in Thud, nonostante non abbia più poteri su di lui, ha di fatto mantenuto una sorta di legame che gli permette di comunicare ed aiutarlo quando si trovano in posti oscuri.
In questo racconto quella che dovrebbe essere una tranquilla (e per questo non voluta) vacanza si trasforma in una grande indagine che parte dall'assassinio di un goblin e porta a scoprire e terminare un traffico di schiavi.

La storia continua ad approfondire il personaggio di Vimes. Questa volta a portare scompiglio in città è un gruppo di nani estremisti (Deep-downers). Quello che all'inizio è solo un fomentare gli animi, rivendicando la vera nanità come vita sotto terra ed odio profondo verso i troll, si complica quando uno di questi leader viene ucciso.
A rendere la situazione ancora più tesa, tutto questo avviene a ridosso del memoriale di Koom Valley, quella che è stata la più grande battaglia tra nani e troll, iniziata non si sa come e finita senza vinti né vincitori, che ogni anno viene rievocata con reali scontri armati tra le due fazioni.
In realtà un segreto si cela nel sottosuolo della città, un segreto vecchio come la battaglia tanto importante e per cui qualcuno crede valga la pena di uccidere.

Il quinto libro della saga delle guardie ed il primo dove Carota ha un ruolo marginale.
La storia qua è incentrata sull'incoronazione del re dei nani nel vicino regno di Uberwald e su Vimes che è mandato come ambasciatore di Ankk-Morpork. Tuttavia, durante la permanenza dovrà mettere da parte il suo ruolo di diplomatico per rientrare nei panni del poliziotto ed investigare riguardo la scomparsa della "Scone of the Stone" (un trono-focaccina senza il quale l'incoronazione non può avvenire). Intrighi, diplomazia ed una città senza legge dove vampiri e lupi mannari (parenti di Angua) spadroneggiano e dettano legge renderanno il suo lavoro decisamente difficile.

Stefano Benni è un autore che mi piace, ma rimango dell'idea che dia il meglio di sé nei romanzi, dove ha tutto il tempo di sviluppare adeguatamente i personaggi.
Questo libro invece è una serie racconti brevi che ruotano attorno a delle figure caricaturali da bar.
Spiccano, a mio parere, tra i racconti "Il sax del Nuvola rossa", dove racconta in uno stile noir le indagini che ruotano attorno ad un omicidio avvenuto in un mondo grottesco di guerre tra clan televisivi, e "Underground", ovvero le dinamiche da bar viste dagli occhi di un gruppo di insetti.

In questo libro la normalità della città di Ankh-Morpork è scossa dalla comparsa di una nuova isola in mezzo al mare. La contesa di questa nuova terra porta a galla una serie di tensioni che portano allo scatenarsi di una improvvisa guerra verso la nazione vicina Klatchian (modellata in stile arabeggiante). Solo una serie di azioni tra il militare ed il poliziesco coordinate dai protagonisti della guardia, nonché un intervento di lord Vetinari, riusciranno a scongiurare il peggio.

Questa volta vari filoni investigativi si intrecciano: l'assassinio di un vecchio prete, quello di un fornaio che gestisce un museo di pane nanico da guerra e l'avvelenamento costante ma non letale di lord Vetinari. Il tutto che fa parte di un grosso complotto per cercare di insediare un re alla guida di Ankh-Morpork, che per strani complotti ed opportunismi dovrebbe essere il caporale Nobbs. Sempre divertente e satirico, merita di essere letto come tutti i suoi precedenti (e spero anche successivi) della serie delle guardie

Un racconto che aiuta a tornare bambini, ogni altra parola è superflua, meglio leggere che descrivere questo libro

La conclusione forse è l'unica possibile: la storia sarebbe stata troppo lunga da sviluppare per intero.
Però ripensare alla serie completa lascia la bocca amara: un po' di punti in sospeso, personaggi caratterizzati male e la storia che avanza lentamente. L'idea è sicuramente intrigante, ma a mio parere poteva essere sviluppata decisamente meglio.

Spin off della serie "I segreti di Nicholas Flamel l'immortale", viene raccontata l'avventura di Scathach e Billy the Kid contro un piano architettato da Quetzalcoatl per uccidere la guerriera. Per completare la storia principale, si scoprono alcuni dettagli riguardo all'amore che ha diviso Scathach dalla gemella Aoife.

Il libro, decisamente piccolo e veloce, racconta di come Giovanna d'Arco sia stata salvata da Scathach. Nonostante il racconto duro solo il tempo della fuga dal rogo, la narrazione riesce ad essere avvincente ed interessante per i fan della saga.

Libri di Benni ne ho letti altri e mi ha sempre lasciato entusiasta. Questo però ammetto che non è riuscito a piacermi.
Sicuramente il mio voto è inficiato dal fatto che questo libro è una raccolta di racconti brevi (23 per la precisione); ed a me non piacciono i racconti brevi.
Anche l'ambientazione del bar sotto il mare, dove ogni ospite racconta una storia, in realtà serve a ben poco. Le storie non sono legate alle caratteristiche degli strani personaggi che le raccontano e se non fosse per il finale "a sorpresa" si potrebbe fare totalmente a meno di questo contorno.
Riguardo le storie in sé, alcune sono più avvincenti di altre. Ma in generale manca sempre quella pungente critica alla società che ho sempre trovato nei romanzi di Benni.