d10c4n3 started reading La caduta di un impero by Carlo Sama

La caduta di un impero by Carlo Sama
La vicenda del colosso agroindustriale creato dal nulla da Serafino Ferruzzi è un elemento fondamentale della storia economica d'Italia (e …
This link opens in a pop-up window
La vicenda del colosso agroindustriale creato dal nulla da Serafino Ferruzzi è un elemento fondamentale della storia economica d'Italia (e …
Stati Uniti d'America, 1962. La schiavitù è di nuovo legale, i pochi ebrei sopravvissuti si nascondono dietro falsi nomi, la …
Quando l'eroe dell'aviazione Charles A. Lindebergh, rabbioso isolazionista e antisemita, sconfigge Franklin Roosevelt alle elezioni presidenziali del 1940, la paura …
Quando l'eroe dell'aviazione Charles A. Lindebergh, rabbioso isolazionista e antisemita, sconfigge Franklin Roosevelt alle elezioni presidenziali del 1940, la paura …
Se ci pensate bene, se le persone non morissero, le conseguenze sarebbero terribili. Saramago mostra le reazioni che potrebbero avere le istituzioni, lo stato, la Chiesa, ecc. Questa parte, di critica sociale, sarcastica ma leggera, è quella che mi è piaciuta di più. Quando poi la morte decide di riprendere le attività, c'è una novità: avviserà le persone una settimana prima, e questo comporta nuovi dilemmi. Nella seconda parte, la morte è personificata in una bella donna che ha una relazione con un violoncellista solitario, e il libro prende una svolta intima e poetica.
Bello il tema (anche se ho preferito l'approccio scientifico sulle conseguenze dell'immortalità come le aveva affrontate Ronconi con il suo Infinities – il libro da cui ha tratto lo spettacolo non l'ho letto) ed eccellente la prosa. Generalmente non sono incline a tanta densità e ai periodi lunghi, ma questo stile unico (anche con l'uso non …
Se ci pensate bene, se le persone non morissero, le conseguenze sarebbero terribili. Saramago mostra le reazioni che potrebbero avere le istituzioni, lo stato, la Chiesa, ecc. Questa parte, di critica sociale, sarcastica ma leggera, è quella che mi è piaciuta di più. Quando poi la morte decide di riprendere le attività, c'è una novità: avviserà le persone una settimana prima, e questo comporta nuovi dilemmi. Nella seconda parte, la morte è personificata in una bella donna che ha una relazione con un violoncellista solitario, e il libro prende una svolta intima e poetica.
Bello il tema (anche se ho preferito l'approccio scientifico sulle conseguenze dell'immortalità come le aveva affrontate Ronconi con il suo Infinities – il libro da cui ha tratto lo spettacolo non l'ho letto) ed eccellente la prosa. Generalmente non sono incline a tanta densità e ai periodi lunghi, ma questo stile unico (anche con l'uso non convenzionale della punteggiatura, dialoghi integrati come fa anche McCormack, e la voce narrante intrusiva che interviene a rompere la quarta parete) è parte fondamentale della bellezza di questo testo.
Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l'eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: …
Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l'eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: …
Miller racconta in modo chiaro come i semiconduttori abbiano plasmato l’economia e la geopolitica globale. Attraverso le grandi rivalità dell’industria: dal confronto Giappone-USA degli anni Ottanta alla sfida odierna tra Stati Uniti e Cina, evidenziando il ruolo cruciale della tecnologia nei rapporti di forza internazionali. Analizza il fallimento sovietico nella microelettronica, un tema che aiuta a comprendere il divario tecnologico emerso durante la Guerra Fredda. Inoltre, esplora il legame tra semiconduttori e sicurezza nazionale, dimostrando come il settore, pur essendo meno dipendente dalla difesa rispetto al passato, mantenga un ruolo strategico.
An epic account of the decades-long battle to control the world's most critical resource―microchip technology
Power in the modern world …
An epic account of the decades-long battle to control the world's most critical resource―microchip technology
Power in the modern world …
D’altra parte, come posso io voler avere a che fare con qualcuno che, siccome è diverso da me in qualcosa, non posso pensare di conoscere come le mie tasche? Questa è la leva su cui fanno presa i movimenti conservatori. In sé non c’è niente di male nel volersi limitare ad avere a che fare solo con individui simili a noi; la cosa grave è che effetti manipolatori di questo tipo, soprattutto quando usati in modo miope e diffuso, producono atteggiamenti discriminatori che spesso sfociano in vere e proprie violenze verbali e fisiche. Ho paura dunque aggredisco. Quanto atavismo, quanta bestialità, quanta presenza di amigdala in questo banale rapporto causa-effetto.
Articolo "La paura del diverso" di Simone Ferrari
Non si possono criticare i Paesi europei perché ignorano la storia dei loro vicini quando l’Italia ha lo stesso problema: è l’unico Stato che commemora la fine della Prima Guerra mondiale il 4 novembre, mentre l’armistizio del 1918 entrò in vigore nell’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, ovvero alle 11:00 dell’11 novembre, giornata festiva nel Commonwealth, in Francia e in Belgio. Ugualmente, la conclusione della Seconda Guerra mondiale in Italia si celebra il 25 aprile, mentre la guerra in Europa finì ufficialmente l’8 maggio 1945, ricordato come Victory Day.
Qualche storico considera la Prima Guerra mondiale come l’ultima Guerra d’Indipendenza italiana e l’impressione è che, dopo aver riunificato la Nazione con considerevole spargimento di sangue, gli italiani abbiano perso la loro bellicosità.
Forse però non si tratta di un problema solo del nostro Paese: gli ultimi decenni sembrano indicare che anche altre Nazioni europee abbiano perso ferocia e combattività. L’inerzia collettiva potrebbe indicare che siamo effettivamente giunti al “tramonto dell’Occidente”, come filosofeggiava Spengler nel suo libro del 1922, in cui la civilizzazione occidentale è descritta come impegnata solamente a mantenere in vita modelli culturali già morti.