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Chip War by Chris Miller
An epic account of the decades-long battle to control the world's most critical resource―microchip technology
Power in the modern world …
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D’altra parte, come posso io voler avere a che fare con qualcuno che, siccome è diverso da me in qualcosa, non posso pensare di conoscere come le mie tasche? Questa è la leva su cui fanno presa i movimenti conservatori. In sé non c’è niente di male nel volersi limitare ad avere a che fare solo con individui simili a noi; la cosa grave è che effetti manipolatori di questo tipo, soprattutto quando usati in modo miope e diffuso, producono atteggiamenti discriminatori che spesso sfociano in vere e proprie violenze verbali e fisiche. Ho paura dunque aggredisco. Quanto atavismo, quanta bestialità, quanta presenza di amigdala in questo banale rapporto causa-effetto.
Articolo "La paura del diverso" di Simone Ferrari
Non si possono criticare i Paesi europei perché ignorano la storia dei loro vicini quando l’Italia ha lo stesso problema: è l’unico Stato che commemora la fine della Prima Guerra mondiale il 4 novembre, mentre l’armistizio del 1918 entrò in vigore nell’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, ovvero alle 11:00 dell’11 novembre, giornata festiva nel Commonwealth, in Francia e in Belgio. Ugualmente, la conclusione della Seconda Guerra mondiale in Italia si celebra il 25 aprile, mentre la guerra in Europa finì ufficialmente l’8 maggio 1945, ricordato come Victory Day.
Qualche storico considera la Prima Guerra mondiale come l’ultima Guerra d’Indipendenza italiana e l’impressione è che, dopo aver riunificato la Nazione con considerevole spargimento di sangue, gli italiani abbiano perso la loro bellicosità.
Forse però non si tratta di un problema solo del nostro Paese: gli ultimi decenni sembrano indicare che anche altre Nazioni europee abbiano perso ferocia e combattività. L’inerzia collettiva potrebbe indicare che siamo effettivamente giunti al “tramonto dell’Occidente”, come filosofeggiava Spengler nel suo libro del 1922, in cui la civilizzazione occidentale è descritta come impegnata solamente a mantenere in vita modelli culturali già morti.
Una guerra tra imprenditori in una società che adora oggetti di plastica con venerazione religiosa, che sopravvive grazie alla droga, mentre realtà e allucinazioni si compenetrano e nascono sospetti e interpretazioni mistiche di tutto quanto... Forse dio è solo uno squallido e perfido spacciatore di vita eterna. Non si sa, finale aperto. Da leggere.
XXI secolo. L’umanità ha colonizzato il Sistema Solare e si è stabilita su ogni pianeta o satellite abitabile. Ma la …
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“Debito” è il racconto di 5000 anni di rapporti di forza, disuguaglianze e mutamenti politici letti attraverso la lente dei …
Non sapevo che la storia classica secondo cui il baratto avrebbe preceduto l'uso della moneta fosse una balla colossale. Nessuno scambiva maiali con scarpe, o roba del genere (in effetti è difficile da immaginare). La moneta in realtà è stata inventata per per permettere allo stato di riscuotere le tasse e finanziare gli eserciti. Il lavoro di Graeber è come al solito incredibilmente documentato e approfondito, allo stesso tempo è presentato in modo accessibile ai profani. Insiste anche parecchio sulla distinzione tra libero mercato e capitalismo, spiegando come quest'ultimo necessiti dell'intervento statale per funzionare, mentre il primo no. Una lettura che non solo rettifica molte convinzioni tanto comuni quanto false sull'economia, soprattutto chiarisce come il concetto di debito abbia influenzato profondamente le strutture sociali e morali.
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Il pensiero positivo e le frasi motivazionali mi sono risultati sempre deprimenti e irritanti a livello epidermico, intuendone la fastidiosa base ideologica, che è più strutturata e radicata di quanto immaginassi.
Le livre événement qui s'attaque de front à l'essor de l'industrie du bonheur et du développement personnel, par une des …
Nel libro prendeva corpo la straordinaria tensione tra l’urgenza di offrire una prospettiva politica alle lotte di liberazione del Terzo …
Sarà un po' che il libro è stato scritto in un'altra epoca, che è è un po' ripetitivo e che non si capusce bene come sono organizzati i contenuti e ci ho messo un bel po' a finirlo. Non che mi sia dispiaciuto. La mia parte preferita la conclusione, in cui gli autori invitano il Terzo Mondo indipendente a non voler seguire l'esempio dell'Europa. Una ex colonia l'ha fatto, gli Stati Uniti, e hanno sviluppato le tare, le malattie e la disumanità europee in modo disastroso.
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