The Ice Princess is a crime novel by Swedish author Camilla Läckberg. As her debut …
Primo libro letto della Läckberg
4 stars
Non avevo letto ancora nulla di questa autrice, così mi sono fatta consigliare qualcosa dalla mia bibliotecaia di fiducia.
Seppure a tratti la protagonista mi risulti particolarmente insopportabile (ma chi sono io per giudicare le insopportabilità altrui?) mi sono trovata di fronte ad un vero gioiellino.
La Läckberg non scrive bene: di più. Riesce a tenerti incollata alle pagine e, un capitolo dopo l'altro, ti ritrovi alla fine in men che non si dica.
O sto invecchiando io oppure, effettivamente, capire chi fosse l'assassino era davvero un affare complesso.
Una scrittura talmente pulita e graziosa che mi ha tenuta incollata alle pagine di questo libro per un'intera giornata. E infatti l'ho divorato in poche ore.
Questa storia ha una particolità: la protagonista è infatti la prima donna detective della letteratura italiana!
Benita ha idee moderne e rivoluzionarie ma forse a causa della giovane età è anche tanto volubile.
A seguito dell'assassinio di Guido,l'uomo da lei amato e non ben visto dal padre - che la vorrebbe dare in sposa al cugino Federico -, si metterà sulle tracce del colpevole assieme al giovane avvocato Bandelli.
Ne usciranno incomprensibili segreti, tristi storie e cuori grandi.
Nota di merito al finale, decisamente inaspettato. Resta però qualcosa di sospeso, come se l'autrice avesse voluto dedicare a Benita una serie di volumi e non un solo romanzo.
Con un titolo del genere (che tra l'altro traduce correttamente quello in francese "Il faut marier Jean!") non gli si darebbe nemmeno un minimo di fiducia. Eppure, essendo io un'avida lettrice di autori dimenticati, questi titoli me li porto sempre a casa per pochi centesimi se non addirttura gratis.
E' una storia figlia del suo tempo al cui interno, però, brillano ottimi spunti di riflessione.
Il protagonista di questa storia, Giovanni (ma preferirei chiamarlo Jean), dopo aver dovuto prender parte alla guerra negli anni dell'adolescenza, non ne vuol proprio sapere di accasarsi come tutti i suoi coetanei: preferisce la libertà e la possibilità di comprendere da sè quando sarà il momento giusto! Trattandosi di un romanzo scritto negli anni 20 del secolo scorso, non posso che trovare piacevolmente moderno questo concetto di emancipazione dalle vecchie regole imposte dalla società.
La madre di Jean farà di tutto per trovargli la donna giusta da sposare... Combinando però una serie di pasticci dai quali sarà difficile sbrogliarsi.
Chi, allora, se non Helene, la vecchia amica di infanzia di Jean, potrebbe venire meglio in soccorso alla madre-matrona (e in questo caso pure madrina della ragazza)?
Forse, a questo punto, il finale è già scontato, ma un paio di colpi di scena ci saranno ugualmente.
Segnalo un'unica pecca nella traduzione italiana dell'edizione dei Romanzi della Rosa Salani: i nomi di persona sono stati italianizzati, il che stride un po' con i cognomi e la toponomastica rigorosamente francofoni.
Un titolo particolare, se consideriamo che si tratta di un romanzo scritto nel 1935. Non dimentichiamoci però che il primo automa è stato costruito nel 1737 e, guarda caso, proprio in Francia.
Ma qui non ci troviamo di fronte a robot e scenari fantascientifici, bensì nella Francia del secolo scorso dove Sabina, una giovane orfana vittima di una dispotica zia, farà fortuitamente la conoscenza della dolce Bianca e del fratello di lei, rimasto gravemente offeso da un incidente di guerra che lo ha portato a vivere alla stregua di un vegetale.
Sabina si accorgerà che in realtà Giovanni non è così infermo quanto egli faccia credere.
Una storia molto particolare che ricorda tanto quella de "La bella e la bestia", forse con un paio di espedienti non proprio pienamente riusciti, ma che ha saputo conquistarmi dalla prima all'ultima pagina.
Come accade per tutte le opere tradotte nella collana de I …
Un titolo particolare, se consideriamo che si tratta di un romanzo scritto nel 1935. Non dimentichiamoci però che il primo automa è stato costruito nel 1737 e, guarda caso, proprio in Francia.
Ma qui non ci troviamo di fronte a robot e scenari fantascientifici, bensì nella Francia del secolo scorso dove Sabina, una giovane orfana vittima di una dispotica zia, farà fortuitamente la conoscenza della dolce Bianca e del fratello di lei, rimasto gravemente offeso da un incidente di guerra che lo ha portato a vivere alla stregua di un vegetale.
Sabina si accorgerà che in realtà Giovanni non è così infermo quanto egli faccia credere.
Una storia molto particolare che ricorda tanto quella de "La bella e la bestia", forse con un paio di espedienti non proprio pienamente riusciti, ma che ha saputo conquistarmi dalla prima all'ultima pagina.
Come accade per tutte le opere tradotte nella collana de I romanzi della Rosa della Salani, l'unica pecca è l'italianizzazione dei nomi di tutti i personaggi. Per il resto le traduzioni sono sempre molto deliziose.
Quando sua sorella Beth si presenta con una cagnolina, la prima reazione di Lloyd - …
Breve e magistrale thriller
4 stars
In queste 50 pagine Stephen King ci delizia con un thriller di tutto rispetto, dove i veri protagonisti non saranno gli esseri umani ma... gli animali. In primis la dolcissima Laurie, una cucciolotta che piomba in casa tra capo e collo al burbero protagonista, cambiandolgi pian piano la vita.
Come sempre il Maestro riesce a tenerci con il fiato sospeso, e questa volta, aggiungendo anche un pizzico di sentimentalismo.
Quando un autore mi prepara il lieto fine su un piatto d'argento per poi togliertelo di sotto il naso all'ultima pagina, scopro di essere particolarmente masochista. Praticamente vado in brodo di giuggiole. E' vero che certi romanzi andrebbero letti per sognare ad occhi aperti, ma mica sempre i sogni si avverano, anzi: spesso ci svegliamo con uno scossone, bruscamente, e la realtà è lì che ci fa "ciao ciao" con la manina.
"Vecchio smoking" è proprio questo: un bellissimo sogno dal quale ci si sveglierà per ben due volte. La prima per vivere in un incubo, la seconda per lasciarsi alle spalle la gioventù e le sue liete innocenze.
Non uno dei miei preferiti di Liala letti fino ad ora ma, sicuramente, uno dei più originali per quanto riguarda l'ambientazione. La potagonista del libro, infatti, è una "giostraia". Vive assieme alla madre in una roulotte e viaggia di fiera in fiera lavorando al baraccone del tiro a segno.
La vita dei baracconi viene descritta da Liala in maniera schietta e per nulla romanzata. Non v'è nulla di romantico, i sogni sono stati lasciati in disparte, i pochi risparmi vengono sacrificati per garantire gli studi al fratellino della protagonista.
Questo fino a quando Manuela non incontra niente meno che il proprio scrittore preferito: Silvano Flores.
Tanto abile con la penna quanto con il gentil sesso, questi si presenta una sera al baraccone del tiro a segno assieme ad un amico e alla di lui compagna... Tale amico ha - inutile dirlo - un palco di corna di proporzioni bibliche poichè …
Non uno dei miei preferiti di Liala letti fino ad ora ma, sicuramente, uno dei più originali per quanto riguarda l'ambientazione. La potagonista del libro, infatti, è una "giostraia". Vive assieme alla madre in una roulotte e viaggia di fiera in fiera lavorando al baraccone del tiro a segno.
La vita dei baracconi viene descritta da Liala in maniera schietta e per nulla romanzata. Non v'è nulla di romantico, i sogni sono stati lasciati in disparte, i pochi risparmi vengono sacrificati per garantire gli studi al fratellino della protagonista.
Questo fino a quando Manuela non incontra niente meno che il proprio scrittore preferito: Silvano Flores.
Tanto abile con la penna quanto con il gentil sesso, questi si presenta una sera al baraccone del tiro a segno assieme ad un amico e alla di lui compagna... Tale amico ha - inutile dirlo - un palco di corna di proporzioni bibliche poichè indovinate chi fa la posta, bellamente ricambiato, alla sua compagna? Tadah.
E dopo aver fatto carte false per portar via del tutto la morosa al proprio amico, ecco che il nostro Flores si innamora - senza volerlo ammettere nemmeno con sè stesso e mantenendo un piede in due staffe fino alla fine - di quella creatura pulita, gentile e al tempo stesso un po' rude che è Manuela.
Originialità di ambientazione: 8
Colpi di scena: 7
Antipatia nei confronti di Flores: 1000
Oscar per il miglior personaggio non protagonista: Stile, il domestico di Flores. Arguto, silenzioso, ma quando vuol battere la lingua dove il dente duole è decisamente il migliore. Aggiungiamoci un cuore buono e semplice ed il gioco è fatto.
A Konrad Lorenz è stato conferito il Premio Nobel 1973 per la medicina in riconoscimento …
Un saggio piacevole a leggersi
3 stars
In questo saggio, la cui lettura è stata particolarmente piacevole, Lorenz racconta le esperienze ed i pensieri maturati al fianco dei cani che l'hanno accompagnato nel corso della sua vita.
E' stato a tratti divertente e a tratti commovente: chi ha/ ha avuto un cane - o più - non può fare a meno di sentirsi coinvolto.
Tutto ha inizio nel giorno del disastro. Anna sta piangendo la fine del suo amore: …
Che fatica finirlo!
2 stars
Ero partita con grandi aspettative, leggendo delle buonissime recensioni in merito a questa storia. Le prime pagine mi hanno immediatamente coinvolta, in effetti, ma solamente quelle. Ho trovato tutto il resto troppo "trascinato", ma soprattutto troppo ansiogeno.
Non è un mistero che io sia tanatofobica e, inizialmente, avevo preso in simpatia la protagonista proprio perchè costantemente in pena al pensiero della morte propria e delle persone che le stanno attorno. Solo che lei è DAVVERO ossessiva. Ci pensa in continuazione: la morte di tutti, la fine di tutto. E lo ripete tipo gni dieci righe, maremma impestata.
Che la vita sia come una scatola di ciocc... Volevo dire... Che le nostre vite siano come quelle delle piante, che hanno bisogno del giusto spazio e delle giuste cure per non soccombere, è una bellissima metafora che però, ancor dopo la prima metà del libro, non vedo essersi sviluppata nel modo migliore. …
Ero partita con grandi aspettative, leggendo delle buonissime recensioni in merito a questa storia. Le prime pagine mi hanno immediatamente coinvolta, in effetti, ma solamente quelle. Ho trovato tutto il resto troppo "trascinato", ma soprattutto troppo ansiogeno.
Non è un mistero che io sia tanatofobica e, inizialmente, avevo preso in simpatia la protagonista proprio perchè costantemente in pena al pensiero della morte propria e delle persone che le stanno attorno. Solo che lei è DAVVERO ossessiva. Ci pensa in continuazione: la morte di tutti, la fine di tutto. E lo ripete tipo gni dieci righe, maremma impestata.
Che la vita sia come una scatola di ciocc... Volevo dire... Che le nostre vite siano come quelle delle piante, che hanno bisogno del giusto spazio e delle giuste cure per non soccombere, è una bellissima metafora che però, ancor dopo la prima metà del libro, non vedo essersi sviluppata nel modo migliore.
Ho fatto una gran fatica a finirlo. Gli ho dato comunque due stelline perchè apprezzo lo sforzo dell'autrice nell'essersi messa in gioco con una tematica così complessa.
Non stavo così male per un libro da "La ragazza delle arance" e "I ponti di Madison County"
5 stars
Ci sono pochi libri che mi hanno fatta davvero piangere come una fontana e "La casa sull'argine" è uno di questi.
Vuoi perchè essendo ambientato a pochi passi da casa mia sono riuscita a vedere perfettamente tutte le scene senza dover dar troppo spazio all'immaginazione, vuoi perchè tutto parte da una infausta predizione di una zingara, vuoi perchè ci sono personaggi a cui davvero non potevo non affezionarmi, che parlano il mio stesso dialetto e - alcuni - sanno leggere i tarocchi o hanno "poteri" con i quali sono costretti a convivere sia nel bene che nel male, fatto sta che ho amato e divorato questa saga familiare.
I Casadio sono persone come tante altre ma vivono in un mondo che, passassero altri 300 anni, non cambierà mai perchè queste terre - le nostre terre - tra fiume, campi e nebbie, sono fatte così.
Ci sono stati momenti in cui …
Ci sono pochi libri che mi hanno fatta davvero piangere come una fontana e "La casa sull'argine" è uno di questi.
Vuoi perchè essendo ambientato a pochi passi da casa mia sono riuscita a vedere perfettamente tutte le scene senza dover dar troppo spazio all'immaginazione, vuoi perchè tutto parte da una infausta predizione di una zingara, vuoi perchè ci sono personaggi a cui davvero non potevo non affezionarmi, che parlano il mio stesso dialetto e - alcuni - sanno leggere i tarocchi o hanno "poteri" con i quali sono costretti a convivere sia nel bene che nel male, fatto sta che ho amato e divorato questa saga familiare.
I Casadio sono persone come tante altre ma vivono in un mondo che, passassero altri 300 anni, non cambierà mai perchè queste terre - le nostre terre - tra fiume, campi e nebbie, sono fatte così.
Ci sono stati momenti in cui ho riso ed altri in cui ho sofferto; in altri punti ancora ho pianto, tantissimo.
Ho visto che a breve uscirà anche il seguito, "Il primo sole dell'estate". Curiossima di leggerlo, ma questa volta meglio mettersi da parte una buona scorta di Kleenex.
E' stato uno dei primi libri presi in prestito dalla biblioteca quando ero alle scuole elementari. Qualche mese fa l'ho visto tra gli scaffali della biblioteca del mio paese e non ho potuto fare a meno di rileggerlo!
Si tratta di fiabe e leggende popolari dell'Emilia Romagna, alcune abbastanza famose ed altre andate ormai del tutto perdute.
Sfogliando queste pagine e riguardandone le illustrazioni non ho potuto fare a meno di ritornare bambina. E' stato un bellissimo viaggio nel tempo.