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Paco Ignacio Taibo II: Come la vita (Paperback, Italiano language, 2020, La nuova frontiera) 4 stars

Santa Ana è una polverosa cittadina del nord del Messico nota per l’industria mineraria e …

Come la vita in questo romanzo non accade nulla di nuovo perchè la vita alla fine non è nulla di nuovo

4 stars

Il libro è molto scorrevole e piacevole ma l’unica nota dolente è non riuscire a calarsi perfettamente nella storia in quanto buona parte della vita e della politica messicana, con tanto di note esplicative ma sintetiche, mi risultava sconosciuta.

C’è da dire, però che, come la vita, in questo romanzo non accade nulla di nuovo perchè la vita alla fine non è nulla di nuovo.

Mi è piaciuto come lo scrittore abbia usato la tecnica della meta-narrazione mentre faceva scrivere allo scrittore/capo della polizia le lettere alla moglie. Infatti, alla fine, per fare una recensione del libro che ho letto basterebbe leggere alcune di quelle parti:

“Santa Ana è un posto dove non succede niente perché succedono molte cose, e dove accadono molte cose perché non accade nulla.” E infatti: “«Qualcosa si sta muovendo anche se non ce ne accorgiamo, e sarà una cosa grossa. C’è troppa quiete».”

“E una storia di delitti orrendi, ma non sono questi che contano, bensì (come in tutti i romanzi polizieschi messicani) il contesto. Qui è raro chiedersi chi sia stato ad uccidere qualcuno, perché l’assassino non è colui che ordina la morte. C’è una distanza tra l’esecutore e il mandante. Quello che conta, quindi, è il perché.”

“Il bello del romanzo è che lo sceriffo non scopre niente, le cose accadono e basta. Ecco cosa mi piace di questo libro, che non c’è una fine, che non si conclude, che, come ti dicevo dei miei giorni a Santa Ana, è come la vita.”

“fine del romanzo: lo sceriffo di paese non riesce a capirci niente anche se, senza volerlo, scopre tutto. I cattivi della storia si ammazzano tra loro e lui resta a guardare l’ecatombe.”

“La storia è piuttosto complicata. Non so ancora se mi piacerebbe scriverla, credo di no, non fa presa, non ha una struttura drammatica, i personaggi negativi (come direbbero i miei amici cubani) sono sfumati. Non credo che mi piacerebbe scriverla.”

Alla fine, anche in mezzo a tanta ingiustizia, il protagonista è comunque un uomo felice.