Malatesta e Ciancabilla erano impegnati in quel momento a discutere sul tema dell’«impulso». Doveva o no l’anarchico obbedire ciecamente al proprio impulso? Ciancabilla sosteneva che solo ascoltando il proprio impulso l’uomo libero poteva trovare la giusta via da seguire. Malatesta era di opinione contraria. Egli stava appunto spiegando che l'impulso non è sempre un buon suggeritore, quando uno del pubblico, il tessitore Antonio Baracchi, portò alla bocca la mano a forma di trombetta e manifestò la propria disapprovazione con un rumore che non lasciava dubbi. La volgare interruzione del Baracchi sollevò subito delle proteste che degenerarono poi in uno scambio di contumelie fra gli anarchici delle due correnti. Fu a questo punto che un amico del Baracchi, il barbiere ventenne Domenico Pazzaglia — forse per obbedire al proprio «impulso» — tolse di tasca la pistola e sparò contro Malatesta. Per fortuna, Pazzaglia non riuscì a sparare un secondo colpo. Fu infatti fermato da un giovanotto elegante che strappò velocemente di mano la rivoltella e quindi lo atterrò con due pugni al viso. Questo giovanotto — che Malatesta aveva già avuto occasione di conoscere — era anche lui un convinto individualista. Si chiamava Gaetano Bresci e lavorava come decoratore di seta specializzato presso lo stabilimento «Hamil and Booth Co.» di Peterson.