Fantasy anglofono delle origini Public

Il capolavoro assoluto di Merritt, The Ship of Ishtar fu il primo romanzo di pura avventura fantasy a raggiungere un successo di massa negli USA, già nel 1924, e tutt'ora avvince grazie a una miscela di misticismo paganeggiate, sottotesti sensuali e azione al cardiopalma.

Noto soprattutto come autore di gialli e thriller sia realistici sia fantascientifici, Vance ha fatto in tempo a contribuire alla fantasy seminale con il primo volume della Terra Morente, che combina intrecci picareschi e amorali, i toni farseschi di Leiber e la lingua barocca di Smith.

Forte del successo di Jurgen, Cabell avviò un'intera saga sulla famiglia di Jurgen iniziando dal capostipite don Manuel, che da guardiano di porci fu elevato a conte di Poictesme. Se il resto della serie è pieno di riempitivi, questi primi romanzi hanno posto le basi del fantasy comico.

Se si riesce ad affrontare la lingua seicentesca meticolosamente ricostruita, The Worm Ouroboros rappresenta ancora una solenne epopea bellica coerentemente pervasa da una celebrazione della violenza e dell'agone fisico, in contraltare aristocratico e inglese al racconto d'avventura yankee.

Nella sua maturità lord Dunsany, pur non abbandonano il racconto breve, compose romanzi spaziando dal realismo magico al verismo agreste. Fra tali opere spicca per pregio The King of Elfland's Daugther, una precoce decostruzione-rielaborazione di tropi della fiaba tradizionale europea.

In primis autore di racconti dell'orrore in cui accuratissime scelte lessicali evocano atmosfere marcescenti e desolanti, Smith ha toccato tangenzialmente ma efficacemente i reami del fantasy con i suoi racconti di Atlantide e Lemuria, in cui stregonerie dei continenti perduti emergono dal passato.

Nel ciclo di Iperborea Smith adotta soluzioni narrative più improntante all'azione, affini ai racconti contemporanei di Robert Howard, ma mantiene inalterato il suo usuale linguaggio barocco e un gusto beffardo per la commedia nera, con o senza disgustosità splatter.

Howard ha inventato non solo l'avventura fantasy ambientata in un mondo immaginario, ma pure quella che immette il sovrannaturale nel romanzo storico; espressione di questo secondo filone è l'epopea di Solomon Kane, fra i suoi personaggio seriali probabilmente il più articolato e profondo.

Nel periodo interbellico la fantasy statunitense era certamente dominata dal racconto d'avventura, ma nel romanzo The Circus of Doctor Lao il giornalista Charles Finney seppe invece proporre una satira dotta della società contemporanea che oppone la provincia americana alla magia perturbante.

Seppur smilzo, il ciclo di Bran Mak Morn re dei Pitti è ben lungi dall'essere una mera appendice al corpus howardiano: comprende racconti molto vari per toni e stile, in cui Howard ha visibilmente sperimentato, con esiti variabili ma sempre affascinanti e in linea con il suo animo ventoso.

Probabilmente l'opera smithiana più rilevante sotto un profilo di fantasy puro, il ciclo di Zothique è capostipite di tutte le fantasie macabre in cui a contrapporsi sono sfumature diverse di maligno e mostruoso, e la magia non solo è nera, ma è pure un male connaturato a una Terra desolata.

Catherine Moore non fu solo la prima autrice di narrativa fantastica per adulti a raggiungere il successo di grande pubblico, ma con la regina Jirel di Joiry creò la prima protagonista femminile di un ciclo d'avventura fantasy, superiore alle opere coeve per l'indagine psicologica e morale.

Progettati dall'autrice già negli anni '30 ma pubblicati solo nei '70, i quattro tomi del Mabinogion rinarrano in prosa moderna il capolavoro dell'epica gallese, irrobustendo con sottotrame originali e uno scavo psicologico coerente la surreale sostanza autentica dei miti antichi.

Dopo la morte di Howard, Kuttner ne colmò la nicchia di mercato con i racconti su Elak di Atlantide e Raynor di Sardopolis; due progetti interrotti e formulaici, non reggono il confronto con il miglior Howard, ma stanno ben al di sopra dei succesivi Conan-cloni (o "Clonan") degli anni '80.

Autore cristiano della scuola MacDonald intenzionato a dialogare con Lindsay, C. S. Lewis compose una coesa trilogia science fantasy in cui il sistema solare è governato non dalle leggi galileiane-newtoniane, bensì dalla fisica magica aristotelica-tolemaica degli astronomi medievali.