.mau. reviewed L'anomalia by Hervé Le Tellier
Review of "L'anomalia" on 'Goodreads'
4 stars
Bello, ma poco onesto verso il lettore
Credo che la miglior definizione di questo libro sia stato il commento "La solita storia di una buona idea senza chiusura..." Hervé Le Tellier, presidente dell'Oulipo, chiaramente paga il tributo agli altri grandi scrittori del gruppo: la prima parte procede molto lentamente perché i personaggi principali (undici, come dice in fondo in un momento libro-che-parla-di-sé-stesso) non sembrano avere nulla in comune, e anche lo stile del libro cambia da capitolo a capitolo. Avvicinandosi alla seconda parte, scopriamo che in un certo senso siamo di fronte a un romanzo di fantascienza hard - non mi aspettavo di trovare una citazione di Nick Bostrom, che è anche ringraziato nella versione francese; ma Le Tellier prima di passare alla linguistica ha una formazione matematica. Qui il libro scorre alla grande, tra il protocollo 42 e li dialoghi dei vari presidenti mondiali. Ma poi si arriva alla …
Bello, ma poco onesto verso il lettore
Credo che la miglior definizione di questo libro sia stato il commento "La solita storia di una buona idea senza chiusura..." Hervé Le Tellier, presidente dell'Oulipo, chiaramente paga il tributo agli altri grandi scrittori del gruppo: la prima parte procede molto lentamente perché i personaggi principali (undici, come dice in fondo in un momento libro-che-parla-di-sé-stesso) non sembrano avere nulla in comune, e anche lo stile del libro cambia da capitolo a capitolo. Avvicinandosi alla seconda parte, scopriamo che in un certo senso siamo di fronte a un romanzo di fantascienza hard - non mi aspettavo di trovare una citazione di Nick Bostrom, che è anche ringraziato nella versione francese; ma Le Tellier prima di passare alla linguistica ha una formazione matematica. Qui il libro scorre alla grande, tra il protocollo 42 e li dialoghi dei vari presidenti mondiali. Ma poi si arriva alla terza e ultima parte, e nonostante alcune battute fulminanti si direbbe che Le Tellier non sappia come finirlo. (L'ultimo capitolo è uno strappo per chiudere in tono davvero minore). Rimane insomma l'amaro in bocca, e non sono così sicuro che il Goncourt che ha vinto sia davvero meritato. A parte un po' di virgole per me di troppo, la traduzione di Anna D'Elia è ottima.