XX reviewed Blood, Sweat, and Pixels by Jason Schreier
Sangue, sudore e pixel
4 stars
Mi son sempre chiesto perché, tra tutti i progetti software, sembra che solo i videogame richiedano sforzi inumani agli sviluppatori (il cosiddetto "crunch"), e pensavo che questo libro potesse darmi una soluzione. L'autore gioca a carte scoperte e fornisce la sua versione nell'introduzione: non ripeterò qui la sua tesi, ma è una combinazione di vari fattori che sono intrinseci allo sviluppo dei videogame e che implicano la difficoltà, se non l'impossibilità, a una pianificazione sensata. Si tratta di una teoria convincente, in teoria - appunto -, ma poi si entra nel pratico: il libro consiste nella storia delle vicissitudini di sviluppo di nove giochi, scelti come rappresentanti di un contesto, un genere, una tipologia di storia. Per fare qualche nome: Stardew Valley, Pillars of Eternity, Diablo III, Witcher 3, Shovel Knight. E qui casca un po' l'asino, perché ognuna di queste storie presenta una particolarità per cui, a volte per …
Mi son sempre chiesto perché, tra tutti i progetti software, sembra che solo i videogame richiedano sforzi inumani agli sviluppatori (il cosiddetto "crunch"), e pensavo che questo libro potesse darmi una soluzione. L'autore gioca a carte scoperte e fornisce la sua versione nell'introduzione: non ripeterò qui la sua tesi, ma è una combinazione di vari fattori che sono intrinseci allo sviluppo dei videogame e che implicano la difficoltà, se non l'impossibilità, a una pianificazione sensata. Si tratta di una teoria convincente, in teoria - appunto -, ma poi si entra nel pratico: il libro consiste nella storia delle vicissitudini di sviluppo di nove giochi, scelti come rappresentanti di un contesto, un genere, una tipologia di storia. Per fare qualche nome: Stardew Valley, Pillars of Eternity, Diablo III, Witcher 3, Shovel Knight. E qui casca un po' l'asino, perché ognuna di queste storie presenta una particolarità per cui, a volte per rapporti col mondo esterno, a volte per vicissitudini interne, il più delle volte per puro masochismo, ci si ritrova con un disastro di project management di proporzioni epiche. Poi alla fine i giochi sono usciti, e gran parte dei giochi citati sono considerati capolavori, ma la mia domanda iniziale a questo punto non risulta pienamente soddisfatta. Se non pensando che il fatto che qualcosa vada storto non sia in qualche modo inevitabile.