Sequel to The Dark Forest. Half a century after the Doomsday Battle, the uneasy balance of the Dark Forest Deterrence keeps the Trisolaran invaders at bay.
La trilogia mi è piaciuta tantissimo. Anche questo finale di fantascienza spinta mi ha tenuto incollato. La credibilità fisica scema un po', ma la storia è fantastica e l'intreccio ottimo.
La trilogia mi è piaciuta tantissimo. Anche questo finale di fantascienza spinta mi ha tenuto incollato. La credibilità fisica scema un po', ma la storia è fantastica e l'intreccio ottimo.
Sembra che rispetto ai primi due libri l'autore abbia imparato a scrivere i personaggi, rispetto ai primi due libri qui hanno un minimo di profondità. La cosa più bella del libro è la quantità di idee sviluppate e che sembrano tutte scientificamente plausibili quando te le spiega e alla fine l'immagine che ti dà dell'universo diventa molto verosimile, mi piace pensare che sia davvero così. Figo che non riesci a capire niente della prima pagina finché non arrivi a leggere l'ultimo capitolo.
Sembra che rispetto ai primi due libri l'autore abbia imparato a scrivere i personaggi, rispetto ai primi due libri qui hanno un minimo di profondità. La cosa più bella del libro è la quantità di idee sviluppate e che sembrano tutte scientificamente plausibili quando te le spiega e alla fine l'immagine che ti dà dell'universo diventa molto verosimile, mi piace pensare che sia davvero così.
Figo che non riesci a capire niente della prima pagina finché non arrivi a leggere l'ultimo capitolo.
Review of 'Nella quarta dimensione' on 'Goodreads'
3 stars
"Bravo, ma basta." Questo avrebbero dovuto dire al buon Liu nel momento in cui la trama poteva tranquillamente concludersi, almeno duecento pagine prima della quarta di copertina. Ho avuto la sensazione che l'editor abbia tirato i remi in barca nel momento in cui viene lanciato il Foglietto di Carta, perché da lì in poi ho creduto che il tempo avesse smesso di scorrere, che più pagine leggevo più me ne mancavano. Ma soprattutto che quel che c'era da sapere grossomodo me l'aveva già detto. Tutto ciò che avviene dopo l'epoca del Bunker, narrativamente parlando, è inutile e avrebbe potuto essere ridotto in sette o otto pagine, magari con un finale meno deludente. In questa parte finale Cheng Xin alla lunga diventa odiosa nel suo piangersi addosso. Per essere la protagonista il suo è un personaggio vuoto, e sono rari i casi in cui si riesce a provare empatia, a differenza …
"Bravo, ma basta." Questo avrebbero dovuto dire al buon Liu nel momento in cui la trama poteva tranquillamente concludersi, almeno duecento pagine prima della quarta di copertina. Ho avuto la sensazione che l'editor abbia tirato i remi in barca nel momento in cui viene lanciato il Foglietto di Carta, perché da lì in poi ho creduto che il tempo avesse smesso di scorrere, che più pagine leggevo più me ne mancavano. Ma soprattutto che quel che c'era da sapere grossomodo me l'aveva già detto. Tutto ciò che avviene dopo l'epoca del Bunker, narrativamente parlando, è inutile e avrebbe potuto essere ridotto in sette o otto pagine, magari con un finale meno deludente. In questa parte finale Cheng Xin alla lunga diventa odiosa nel suo piangersi addosso. Per essere la protagonista il suo è un personaggio vuoto, e sono rari i casi in cui si riesce a provare empatia, a differenza dei personaggi maschili dei precedenti libri. Le ultime strazianti cento pagine, l'incontro con il superstite della Gravity (?!?), il mancato appuntamento con l'amato cervello sparato nel cosmo, i 18mila anni perduti senza senso, la vita sul mini universo eccetera, sono tutti elementi che hanno rovinato il climax dell'intera trilogia, a mio parere.