Baylee reviewed Questioni di un certo genere by A. Cavallo (COSE spiegate bene, #2)
Questioni di un certo genere
3 stars
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Se cercate un libro che vi introduca a quella selva oscura che sono le identità sessuali e tutte le questioni che girano loro intorno, Questioni di un certo genere, il secondo numero della rivista Cose spiegate bene de Il Post, potrebbe essere la scelta giusta. Per loro stessa ammissione e per la vastità del tema, non si tratta di una disamina esaustiva, ma un ottimo punto di partenza per iniziare a orientarsi nella questione e per imparare a non farsi prendere in giro da chi vuole solo strumentalizzare per i propri fini.
Infatti, è un libro pensato per il contesto italiano e consapevole dell’ignoranza crassa del nostro Paese riguardo agli studi di genere, allegramente alimentata non solo da una classe politica incapace di gestire con criterio anche una semplice protesta non violenta, figuriamoci se possono essere …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Se cercate un libro che vi introduca a quella selva oscura che sono le identità sessuali e tutte le questioni che girano loro intorno, Questioni di un certo genere, il secondo numero della rivista Cose spiegate bene de Il Post, potrebbe essere la scelta giusta. Per loro stessa ammissione e per la vastità del tema, non si tratta di una disamina esaustiva, ma un ottimo punto di partenza per iniziare a orientarsi nella questione e per imparare a non farsi prendere in giro da chi vuole solo strumentalizzare per i propri fini.
Infatti, è un libro pensato per il contesto italiano e consapevole dell’ignoranza crassa del nostro Paese riguardo agli studi di genere, allegramente alimentata non solo da una classe politica incapace di gestire con criterio anche una semplice protesta non violenta, figuriamoci se possono essere in grado di legiferare con delicatezza in merito all’identità sessuale deə loro cittadinə; ma anche dai media che, almeno quando non sono apertamente in malafede, vanno nel panico non appena devono riportare notizie o storie che non possono essere incastrate in quelle caselle ataviche già vecchie da almeno sessant’anni.
E poco importa che pure una blogger scalcagnata come me riesca ad aprire il motore di ricerca e digitare due parole in croce per scoprire le linee guida per una comunicazione rispettosa: manca proprio la volontà. Quindi ben venga questa attenzione da parte de Il Post, un media non direttamente collegato all’attivismo LGBTQIA+ e in grado di trattare il tema con serietà e competenza.