Baylee reviewed Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino by Christiane F
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
4 stars
Le droghe non hanno mai suscitato una grande attrattiva su di me e, pur essendo venuta in contatto con molte persone che ne faceva uso, ammetto di non essere mai andata oltre le conoscenze minime che mi permettono di avere almeno un’idea generale della questione. Non sapevo quindi granché su Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino tranne il fatto che fosse il memoir di una ragazza diventata tossicodipendente negli anni Settanta.
Decidere di leggerlo è stato il guizzo di un momento: me lo sono ritrovata in mano usato e l’ho aggiunto alla lista degli acquisti. Non penso ci sia bisogno di specificare che si tratta di un libro molto crudo, ma stranamente non è stato il racconto della dipendenza a impressionarmi, ma il contesto entro il quale questa è nata e si è sviluppata.
Fatte, infatti, le dovute differenze di momento storico, il contesto è pressoché identico a oggi: …
Le droghe non hanno mai suscitato una grande attrattiva su di me e, pur essendo venuta in contatto con molte persone che ne faceva uso, ammetto di non essere mai andata oltre le conoscenze minime che mi permettono di avere almeno un’idea generale della questione. Non sapevo quindi granché su Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino tranne il fatto che fosse il memoir di una ragazza diventata tossicodipendente negli anni Settanta.
Decidere di leggerlo è stato il guizzo di un momento: me lo sono ritrovata in mano usato e l’ho aggiunto alla lista degli acquisti. Non penso ci sia bisogno di specificare che si tratta di un libro molto crudo, ma stranamente non è stato il racconto della dipendenza a impressionarmi, ma il contesto entro il quale questa è nata e si è sviluppata.
Fatte, infatti, le dovute differenze di momento storico, il contesto è pressoché identico a oggi: abbiamo la percezione che il problema sia stato risolto perché non siamo attualmente in una fase emergenziale evidente, ma le cause che hanno dato il via al fenomeno sono ancora lì. Anzi, per certi versi sono ancora più esasperate – basta pensare ai livelli di consumismo e di individualismo selvaggio che abbiamo raggiunto – e ho l’impressione che basti davvero poco perché la crisi scoppi di nuovo. D’altro canto, basta allargare un po’ lo sguardo e troviamo il dramma della dipendenza da fentanyl negli USA e in Canada o da kush in Sierra Leone e Liberia e dai dati appare chiaro come il mercato illegale delle droghe sia più florido che mai.
Non siamo nemmeno particolarmente bravə a trattare le dipendenze da sostanze: se è vero che abbiamo strumenti e terapie migliori per curare le persone dipendenti da sostanze, è altrettanto vero che si tende più a considerarla una questione di sicurezza e ordine pubblico piuttosto che un problema sanitario, con tutto il carico di disprezzo che segue per quella che viene considerata una debolezza imperdonabile e un vizio ignobile.
Leggere oggi Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino è scoraggiante per la constatazione di quanto sia esaurita la spinta a voler diventare una società migliore che tenta di non lasciare indietro nessunə e che aspira a una collettività unita e capace di prendersi cura dei suoi membri.