The Diamond Age

I have to say, this was a fun read. And like the author's book Snow Crash from 3 years prior, it features a young girl protagonist, nation-state world-building, a sometimes awkward treatment of Asia, and sections of excessive violence.

In some ways, the book aged a lot better than Snow Crash. The world has made VR a thing which means a lot of the computer-related predictions from Snow Crash feel laughable, but we're nowhere near the level of nanotechnology in A Diamond Age. Snow Crash is a book of the 90s. The Diamond Age feels good even today.

Where this book let me down, however, was in how the plot was woven together. There are a lot of interesting characters that never get the attention they should. I don't demand that all plot threads get tied up in a nice neat bow (I think Anathem even went a bit too far in wrapping up the story) but what about Hackworth? Did the author just give up on trying to decide his fate? Did anything come of Miranda joining the Drummers? Who is the mysterious boss of Dr. X? Is CryptNet important or not? Did I accidentally only read half the book?

The author makes so much of these characters only for them to be inconsequential, as if he meant to write a book twice the size but had to abruptly end it mid-way (or wanted to leave room for a sequel). And even the parts that are fleshed out don't seem to fit together very well, and I'm sure you could come up with a long list of plot holes if you tried.

Nonetheless, the main character's story and the imaginative nanotech-based world make this a fun if imperfect book. Don't let me scare you away - you may like this one better than Snow Crash.

Neal Stephenson è uno a cui piace scrivere, il che significa che scrive tanto, troppo. Se si aggiunge il fatto che io lo leggo in inglese e che questo era il "libro da palestra" per rilassarmi tra una serie di esercizi e l'altra, capirete come mai ci ho messo quasi due anni per finirlo, e solo perché alla fine ci ho dato una botta a casa.
La fantascienza di Stephenson in questo libro, come nel precedente Snow Crash è sicuramente di tipo hard: in questo futuro nemmeno troppo lontano la tecnologia è incredibilmente avanzata, e in contrasto si ritorna a un formalismo nei rapporti umani... beh, la maggior parte della gente a dire il vero si scanna, e le prime 50 pagine, come anche le ultime, non sono per stomaci deboli. Però ci sono alcuni gruppi, come i cinesi neoconfuciani e gli angloamericani neovittoriani, per cui il formalismo è in un certo senso il collante che tiene le razze (pardon, i phyla) uniti.
E poi c'è la piccola Nell e il Young Lady's Illustrated Primer, un libro sotto forma di "ractive" (sono arrivato a cinquanta pagine dalla fine prima di capire che è un'abbreviazione di "interactive", come "sites" sono i "parasites" e "mites" le "termites"; a Stephenson piace inventare parole abbreviate) che nasce per insegnare a una bambina tutto quello che deve sapere, dalle arti marziali alle macchine di Turing; insomma, il vero protagonista del libro è questo libro.
Giudizio finale? Se vi piace questo tipo di fantascienza, armatevi di santa pazienza e leggetevelo.