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Published Nov. 15, 1975 by Biblioteca Universale Rizzoli.
Si sa che l'ultima guerra, e in particolare la Resistenza, hanno per lo più dato origine in Italia a storie di "uomini e no", inclini a un'aspra sentenziosità. Nulla di meno congeniale a Landolfi, il quale scrisse febbrilmente la sua storia di guerra (questo "Racconto d'autunno") nel 1946, ma giocando su tutt'altra tastiera. Qui un indefinito e sanguinoso conflitto fa da quinta a una vicenda di amore e morte che non sdegna nessuno degli attrezzi scenici del romanzo nero, dal ritratto ominoso agli animali demoniaci. E, al centro, troviamo una dark lady innocente e perversa, evocata per via neoromantica, che ci appare una vera concrezione dell'eros landolfiano. Mai come in questo libro Landolfi si è abbandonato al puro romanzesco, senza turbare e frantumare la narrazione, anzi lasciandola fluire in una corrente rapinosa e ingannevole. Eppure, la perfetta adesione ai canoni del racconto fantastico adombra in questo caso l'insanabile ferita inflitta …
Si sa che l'ultima guerra, e in particolare la Resistenza, hanno per lo più dato origine in Italia a storie di "uomini e no", inclini a un'aspra sentenziosità. Nulla di meno congeniale a Landolfi, il quale scrisse febbrilmente la sua storia di guerra (questo "Racconto d'autunno") nel 1946, ma giocando su tutt'altra tastiera. Qui un indefinito e sanguinoso conflitto fa da quinta a una vicenda di amore e morte che non sdegna nessuno degli attrezzi scenici del romanzo nero, dal ritratto ominoso agli animali demoniaci. E, al centro, troviamo una dark lady innocente e perversa, evocata per via neoromantica, che ci appare una vera concrezione dell'eros landolfiano. Mai come in questo libro Landolfi si è abbandonato al puro romanzesco, senza turbare e frantumare la narrazione, anzi lasciandola fluire in una corrente rapinosa e ingannevole. Eppure, la perfetta adesione ai canoni del racconto fantastico adombra in questo caso l'insanabile ferita inflitta all'autore dagli eventi. La guerra aveva infatti profanato il "covo di memorie", il "Ricettacolo dei sogni" di Landolfi: la nobile dimora di Fico, che aveva assistito alla stesura di tutte le opere della sua prima stagione ed era per lui una sorta di guscio protettivo. E questo il vero luogo tenebroso del "Racconto d'autunno", trasformato dalle erbe selvatiche in "un gran tumulo verde", mentre attorno alla fantomatica figura femminile si addensa un "giallo leggermente abbrunato, come un bagno di funebre oro".