Due gemme e un carboncino di un maestro allora giovane
3 stars
Dopo A Princess of Mars, prosegue la mia dieta di planetary romance con questa raccolta di tre novelle giovanili del signor Poul Anderson, autore riveritissimo della letteratura fantastica statunitense classica, col quale ho dei trascorsi un po' complessi legati ai suoi romanzi Three Hearts & Three Lions e The Broken Sword col quale volevo rappacificarmi, e nel complesso Swordsmen from the Stars ci riesce appieno: il voto poteva anche essere di 5/5, ed è calato per responsabilità della casa editrice più che dell'autore. Dico 5/5 potenziale, perché le prime due storie proposte sono una dose perfetta di adrenalina e senso del meraviglioso, esattamente ciò che io cerco dal racconto di avventura fantastica:
- "Witch of the Demon Seas" ci propone un'avventura di viaggio d'ambientazione nautica, nel solco diretto dell'Odissea e del ciclo di Sindbad il marinaio, con pirati spericolati ma emotivamente profondi e passionali, negromanti che ispirano perfidia e …
Dopo A Princess of Mars, prosegue la mia dieta di planetary romance con questa raccolta di tre novelle giovanili del signor Poul Anderson, autore riveritissimo della letteratura fantastica statunitense classica, col quale ho dei trascorsi un po' complessi legati ai suoi romanzi Three Hearts & Three Lions e The Broken Sword col quale volevo rappacificarmi, e nel complesso Swordsmen from the Stars ci riesce appieno: il voto poteva anche essere di 5/5, ed è calato per responsabilità della casa editrice più che dell'autore. Dico 5/5 potenziale, perché le prime due storie proposte sono una dose perfetta di adrenalina e senso del meraviglioso, esattamente ciò che io cerco dal racconto di avventura fantastica:
- "Witch of the Demon Seas" ci propone un'avventura di viaggio d'ambientazione nautica, nel solco diretto dell'Odissea e del ciclo di Sindbad il marinaio, con pirati spericolati ma emotivamente profondi e passionali, negromanti che ispirano perfidia e misticismo, creature abissali realistiche e inquietanti al contempo e una scena climatica torcibudella di scontro fra protagonista e deuteragonista, e le scelte linguistiche di Anderson ci restituiscono appieno le sensazioni del pianeta Venere per come si immaginava una volta, fra umidità dei grandi oceani, vento sulla faccia e cielo eternamente nuvoloso.
- "The Virgin of Valkarion" è una sintesi perfetta di Burroughs e Howard: da un lato Marte, con i suoi mari sempre più secchi e le sue città millenarie sempre più diruite, dall'altro lato un uomo tutto d'un pezzo proveniente da una cultura tribale giunge nei resti di un impero antico e decrepito, ma Anderson ci mette il suo e crea un insieme maggiore della somma delle parti in cui l'eroe barbarico è un fine pensatore, la femme fatale è coprotagonista alla pari ed eroina lei stessa, l'alone di misticismo e fervore religioso è palpabile... e soprattutto, abbiamo modo di ascoltare la vox populi, il che è un unicum in tutta la sword & sorcery che io abbia letto in quasi dieci anni. L'ho trovato davvero eccezionale, nella sua semplicità.
Per cui, qual è il problema della raccolta? Che il terzo racconto, "Swordsman of Lost Terra", è tremendamente soporifero perché pecca nei punti forti degli altri due: manca di una direzione narrativa chiara, saltabeccando come fa dalla cronaca corale all'avventura individuale, dal tema di scontro di civiltà a quello di conflitto intimo fra padri e figli, dedica un sacco di spazio agli antefatti sacrificando il cuore dell'azione, e non trova mai un tono linguistico coeso e adatto alla materia, a differenza della sensazione di avventura spensierata in "Witch" e di rivoluzione eroica in "Virgin".
Da un lato, capisco la volontà di DMR Books di ristampare testi rari di Anderson entrati nel dominio pubblico, ma la raccolta avrebbe tratto gran giovamento da una scelta un po' più oculata: mi stupirebbe scoprire che davvero Anderson ha scritto solo questi tre pezzi di sword & planet!