Baylee reviewed Il paese dei suicidi by Miri Yu (La grande letteratura giapponese, #14)
La storia dei ciliegi ornamentali giapponesi e dell'uomo che li ha salvati
4 stars
Avevo una gran voglia di leggere questo libro perché racconta una storia che non conoscevo e che all’apparenza sembra incredibile vista l’importanza dello hanami (l’ammirazione per la fioritura dei ciliegi ornamentali) in Giappone: eppure c’è stato più di un momento storico nel quale molte varietà di ciliegi ornamentali hanno rischiato di scomparire per sempre. I motivi sono gli stessi per i quali si tende a devastare l’ambiente in lungo e in largo: industrializzazione selvaggia, incuria, disinteresse, propaganda politica e una passione tutta umana per appiattire le varietà della natura in una semplicità più maneggevole.
La varietà di ciliegio ornamentale Somei-yoshino costa poco, cresce e si propaga in fretta e fa dei fiori molto scenografici (quelli che tuttə noi abbiamo imparato ad associare al Giappone, visto che ormai sette ciliegi su dieci appartengono a questa varietà). Ciliegina sulla torta, sono alberi clonati, quindi fioriscono tutti insieme per quei magici otto giorni …
Avevo una gran voglia di leggere questo libro perché racconta una storia che non conoscevo e che all’apparenza sembra incredibile vista l’importanza dello hanami (l’ammirazione per la fioritura dei ciliegi ornamentali) in Giappone: eppure c’è stato più di un momento storico nel quale molte varietà di ciliegi ornamentali hanno rischiato di scomparire per sempre. I motivi sono gli stessi per i quali si tende a devastare l’ambiente in lungo e in largo: industrializzazione selvaggia, incuria, disinteresse, propaganda politica e una passione tutta umana per appiattire le varietà della natura in una semplicità più maneggevole.
La varietà di ciliegio ornamentale Somei-yoshino costa poco, cresce e si propaga in fretta e fa dei fiori molto scenografici (quelli che tuttə noi abbiamo imparato ad associare al Giappone, visto che ormai sette ciliegi su dieci appartengono a questa varietà). Ciliegina sulla torta, sono alberi clonati, quindi fioriscono tutti insieme per quei magici otto giorni che hanno resa perfetta l’analogia con la brevità e la fragilità della vita. Un’analogia che sarà terribilmente pervertita durante il regime ultranazionalista che condurrà il Giappone alla Seconda Guerra Mondiale.
Eppure avere una maggiore varietà di ciliegi ornamentali permetterebbe alla stagione dello hanami di estendersi per due mesi, grazie ai diversi periodi di fioritura. Non sarebbe meraviglioso godere per tutto questo tempo di questa floreale bellezza, nella sua varietà di forme e colori? Ma l’uniformità dei Somei-yoshino per il momento la fa da padrona ed è solo grazie agli sforzi di persone come Collingwood Ingram, Seisaku Funatsu e Manabu Miyoshi se molte varietà di ciliegi ornamentali sono ancora tra noi. Soprattutto di Ingram, che ha provveduto a regalare marze a chiunque gliele chiedesse e fosse evidentemente unə amante di questi alberi: il gentiluomo inglese voleva essere sicuro che finissero in buone mani.
Ho trovato questa storia molto appassionante e a tratti anche commovente nel leggere di queste persone opporsi a un’uniformità che non era solo floristica era anche morale e cercare di salvare la bellezza della varietà, nella speranza che un giorno sarebbe tornata importante e avrebbe contribuito a sanare le ferite che l’ultranazionalismo e la guerra avevano inflitto a migliaia di persone. In un mondo nel quale si parla di armi con una pericolosa leggerezza, è importante tenere presente della devastazione che portano, sia alle popolazioni sia all’ambiente.
Certamente, il comportamento di Ingram oggi ci sembra a tratti bizzarro e poco professionale (vogliamo parlare del suo giudizio morale sulla varietà Kazan, accusata di avere dei fiori così osceni da non essere adatti a essere piantata nel cortile del prestigioso collegio femminile dove aveva studiato sua figlia e avrebbe studiato sua nipote: questi poveri fiori furono incolpati di essere “come prostitute, sciatti, sempre pronti a mettersi in mostra”. Insomma, anche meno), ma non dobbiamo dimenticare che stiamo davvero parlando di un uomo di altri tempi: uno di quegli aristocratici ricchi ed eccentrici che, per non annoiarsi, si trovava un hobby nel quale spendere tempo e denaro. Con Ingram almeno ci è andata bene.