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Dall'adolescenza (Persone normali) e l'età universitaria (Parlarne tra amici), ora siamo oltre i trenta, quando si comincia a fare il bilancio di ciò che si è fatto e ciò che non si è riuscitə a fare. Gradevole, ben scritto. Si alterna lo stile puramente narrativo con quello epistolare, che permette interessanti riflessioni sul mondo. Non ho gradito molto la fine, ma forse è un limite mio.

E con questo finisce lo studio monografico sulla Rooney 😌

Si analizza un'interessante dinamica fluida dei rapporti amorosi oltre le etichette e la tradizione. L'amore è una risorsa abbondante, non facciamone carestia.

Vediamo se regge il confronto con Gente normale 😌

Quanta adolescenza! Mi ero dimenticata tutta quella insicurezza... Delicato. Divorato.

Il Mito della Bellezza svaluta indebolisce isola la donna odierna, rea di voler ricercare l'autodeterminazione, la libertà e la realizzazione personale. Tale mito, in sostituzione dell'autorità religiosa come forza di controllo sulla vita femminile, è stato inventato per riportare la donna, pericolosa nella nuova competizione sul posto di lavoro, nel suo ruolo storicamente subalterno e nel suo compito di consumatrice frustrata, quando ormai cominciava a concentrarsi sulle sue conquiste in termini di emancipazione. La Vergine di Ferro della bellezza è un'arma di distrazione di massa del potenziale femminile. Il testo è sicuramente datato (1990), ma è ancora una lettura potente, che va in profondità e proprio per questo rivelatore, a volte doloroso, devastante e destabilizzante. Consigliato!

Decisamente acerbo, essendo il primo libro di Ammaniti. Si trovano in nuce le sue tendenze artistiche, ma mi risulta troppo sopra le righe e poco centrato. Manca ancora la sua intensità. Solo per chi vuole aver letto la sua opera omnia