Paperback
Italian language
Published Dec. 31, 1998 by Feltrinelli.
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Published Dec. 31, 1998 by Feltrinelli.
La tradizionale differenza di caratteri tra maschio e femmina non è dovuta a fattori innati, bensì ai condizionamenti culturali che l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo. Questa la tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare. I condizionamenti nella direzione del ruolo assegnato all'uno o all'altro sesso cominciano addirittura prima della nascita, quando si prepara il corredino: rosa o celeste, e proseguono con la scelta - da parte degli adulti - dei giochi che i bambini "possono" o "devono" svolgere nella famiglia prima e poi nella società, per giungere alle scelte più o meno coatte nel campo degli studi, del lavoro e del loro avvenire. Ma perché solo "dalla parte delle bambine"? Perché questa situazione è tutta a sfavore del sesso femminile. La cultura alla quale apparteniamo - come ogni altra cultura - si serve di tutti …
La tradizionale differenza di caratteri tra maschio e femmina non è dovuta a fattori innati, bensì ai condizionamenti culturali che l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo. Questa la tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare. I condizionamenti nella direzione del ruolo assegnato all'uno o all'altro sesso cominciano addirittura prima della nascita, quando si prepara il corredino: rosa o celeste, e proseguono con la scelta - da parte degli adulti - dei giochi che i bambini "possono" o "devono" svolgere nella famiglia prima e poi nella società, per giungere alle scelte più o meno coatte nel campo degli studi, del lavoro e del loro avvenire. Ma perché solo "dalla parte delle bambine"? Perché questa situazione è tutta a sfavore del sesso femminile. La cultura alla quale apparteniamo - come ogni altra cultura - si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il mito della "naturale" superiorità maschile contrapposta alla "naturale" inferiorità femminile. In realtà non esistono qualità "maschili" e qualità "femminili", ma solo qualità umane. L'operazione da compiere dunque, scrive l'Autrice, "non è quella di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene." Da questa operazione trarranno vantaggio uomini e donne, e la loro stessa vita in comune.