313 pages
Italian language
Published May 14, 2008 by Einaudi.
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Published May 14, 2008 by Einaudi.
Se non ci fosse stata, cinque secoli fa, una razza di uomini curiosi e rapaci, disposta a mettere sul piatto la vita pur di lasciare una cicatrice sulla superficie del globo, nulla di ciò che conosciamo oggi sarebbe uguale a se stesso».
Nel 1503 Giovanni da Empoli, un giovane mercante fiorentino, si imbarca sulle navi che conducono per la prima volta il grande Alfonso de Albuquerque sulle rive dell’India. È l’inizio di un’avventura che durerà per quindici anni e che vedrà Giovanni partecipare ad alcuni dei più importanti eventi del suo tempo, incrociandone i protagonisti: da Savonarola a Magellano, da Machiavelli a Leone X. Oggi il baricentro del mondo ha ripreso a spostarsi verso oriente. E un lontano discendente di Giovanni ha deciso di mettersi sulle sue tracce. Il risultato è un affascinante racconto di viaggio che descrive due fasi cruciali della globalizzazione, attraverso gli occhi di due testimoni legati …
Se non ci fosse stata, cinque secoli fa, una razza di uomini curiosi e rapaci, disposta a mettere sul piatto la vita pur di lasciare una cicatrice sulla superficie del globo, nulla di ciò che conosciamo oggi sarebbe uguale a se stesso».
Nel 1503 Giovanni da Empoli, un giovane mercante fiorentino, si imbarca sulle navi che conducono per la prima volta il grande Alfonso de Albuquerque sulle rive dell’India. È l’inizio di un’avventura che durerà per quindici anni e che vedrà Giovanni partecipare ad alcuni dei più importanti eventi del suo tempo, incrociandone i protagonisti: da Savonarola a Magellano, da Machiavelli a Leone X. Oggi il baricentro del mondo ha ripreso a spostarsi verso oriente. E un lontano discendente di Giovanni ha deciso di mettersi sulle sue tracce. Il risultato è un affascinante racconto di viaggio che descrive due fasi cruciali della globalizzazione, attraverso gli occhi di due testimoni legati da un filo invisibile che percorre cinque secoli di storia.
«Navigatore: per qualche motivo, quel termine obsoleto aveva fatto scattare dentro di me la molla di una nostalgia inattesa. Ecco perché, appena rientrato a casa, mi ero avventato sulla copia di una vecchia lettera, datata 12 luglio 1514 e custodita come una piccola reliquia tra le carte dello studio. Ora, da quelle pagine impolverate, incredibile a dirsi, Giovanni mi stava parlando. E la sua voce affabile mi arrivava da un mondo nel quale la scoperta non era appannaggio di burocrati dai camici bianchi, né l’avventura di star del cinema con l’accento del Midwest. Un mondo nel quale i dilettanti impulsivi occupavano ancora il centro della scena e non erano stati emarginati dalle formule degli specialisti. Un mondo nel quale potevi imbarcarti per una destinazione ipotetica con la ragionevole aspettativa di trasformarti nel fondatore di un impero».