140 pages
Italian language
Published April 16, 1950
140 pages
Italian language
Published April 16, 1950
«La luna e i falò - scrisse Piero Jahier nel ’50, quando questo romanzo di Cesare Pavese venne pubblicato - è il viaggio nel tempo di un trovatello cresciuto bracciante in una fattoria delle Langhe, emigrato in America, e tornato con un po’ di fortuna nelle sue campagne alla ricerca del tempo perduto, e il ritrovamento della propria formazione intima, attraverso le esperienze di garzone di fattoria e di emigrante. Tutto qui è semplice e corale, comunicativo e conseguente, solido e necessario. Anche lo scrittore è rientrato in patria. E nella lingua, come nella rappresentazione di cose e creature, appare qui qualcosa che è nuovo nella letteratura italiana. Il famigerato paesaggio decorativo o lirico, stato d'animo impressionistico o geometrico degli artisti decadenti, è ritornato la terra modellata dalla dura fatica dell'uomo. In nessuna delle sue opere, Pavese era riuscito a condensare in una sintesi narrativa tutti gli elementi della propria …
«La luna e i falò - scrisse Piero Jahier nel ’50, quando questo romanzo di Cesare Pavese venne pubblicato - è il viaggio nel tempo di un trovatello cresciuto bracciante in una fattoria delle Langhe, emigrato in America, e tornato con un po’ di fortuna nelle sue campagne alla ricerca del tempo perduto, e il ritrovamento della propria formazione intima, attraverso le esperienze di garzone di fattoria e di emigrante. Tutto qui è semplice e corale, comunicativo e conseguente, solido e necessario. Anche lo scrittore è rientrato in patria. E nella lingua, come nella rappresentazione di cose e creature, appare qui qualcosa che è nuovo nella letteratura italiana. Il famigerato paesaggio decorativo o lirico, stato d'animo impressionistico o geometrico degli artisti decadenti, è ritornato la terra modellata dalla dura fatica dell'uomo. In nessuna delle sue opere, Pavese era riuscito a condensare in una sintesi narrativa tutti gli elementi della propria personalità spirituale, facendo dimenticare l’impegno dello scrittore nella naturalezza della creazione, come in questo suo ultimo libro».