Questo libro chiude la saga di Tiffani. Gli elfi che aveva affrontato durante il primo libro tornano ad essere una minaccia, ma questa volta Tiffani è una strega formata, e non si limita ad affrontare il nuovo male, ma collabora con la fratellanza per gettare nuove collaborazioni.
Quarantunesimo e definitivamente ultimo libro del Discworld (Terry Pratchett ha lasciato disposizioni molto fisiche per evitare che qualcuno completasse i suoi romanzi non terminati, facendo passare un rullo compressore sopra l'hard disk con i suoi appunti...), si torna ancora a parlare di Tiffany Aching, dei MacFeegle e degli elfi: Ankh-Morpork appare solo di striscio, così come il capo dei maghi e il Patrizio; d'altra parte non avrebbe avuto molto senso uno showdown con tutti i personaggi della saga. Il problema del libro è però duplice. Da un lato segna un punto fermo, con la morte di Granny Weatherwax già nelle prime pagine; dall'altro sembra una rivisitazione di temi già trattati, come per esempio quelli di Equal Rites declinati in senso opposto. Non so quanto sia stato il reale apporto di Pratchett non tanto nella definizione della storia quanto nel suo svolgimento: ho trovato molte meno battute e una definizione inferiore …
Quarantunesimo e definitivamente ultimo libro del Discworld (Terry Pratchett ha lasciato disposizioni molto fisiche per evitare che qualcuno completasse i suoi romanzi non terminati, facendo passare un rullo compressore sopra l'hard disk con i suoi appunti...), si torna ancora a parlare di Tiffany Aching, dei MacFeegle e degli elfi: Ankh-Morpork appare solo di striscio, così come il capo dei maghi e il Patrizio; d'altra parte non avrebbe avuto molto senso uno showdown con tutti i personaggi della saga. Il problema del libro è però duplice. Da un lato segna un punto fermo, con la morte di Granny Weatherwax già nelle prime pagine; dall'altro sembra una rivisitazione di temi già trattati, come per esempio quelli di Equal Rites declinati in senso opposto. Non so quanto sia stato il reale apporto di Pratchett non tanto nella definizione della storia quanto nel suo svolgimento: ho trovato molte meno battute e una definizione inferiore dei personaggi di contorno come Geoffrey e la strega Letice Earwig; in realtà quest'ultima ha uno sviluppo diverso dal passato che però pare lasciato lì a metà. Addirittura la "corona del pastore" che dà il titolo al libro sembra essere un'aggiunta quasi irrilevante. Come avrebbe detto Pratchett, il narrativium porta a un tipo ben specifico di sviluppi che qui purtroppo non appaiono; è insomma presente in concentrazione piuttosto bassa. Ma nonostante tutto il libro rimane una lettura piacevole.