Paperback, 96 pages
Italiano language
Published Oct. 31, 2018 by People.
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«Il 16 ottobre ho scritto al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per spiegargli perché il suo decreto è un disastro per le persone che si trovano nelle mie condizioni. Mi ha risposto con gentilezza, ma dimostrando di non aver capito molto delle ragioni per le quali mi ero permessa di scrivergli». Elizabeth Arquinigo – la giovane cittadina peruviana cresciuta in Italia e “intrappolata” nella gabbia burocratica del decreto Salvini – ha scelto di scrivere una lunga lettera per rispondere al ministro e di indirizzarla, però, agli italiani e alle italiane «come me», nati in Italia o arrivati in Italia in tenera età e cresciuti qui. Elizabeth ripercorre i diciotto anni di residenza in Italia, tra grandi e piccole discriminazioni, tra distacchi e avvicinamenti, per spiegare come ci si trova a vivere tutti i giorni in un paese di cui ci si sente cittadini, ma dal quale non si è riconosciuti. La …
«Il 16 ottobre ho scritto al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per spiegargli perché il suo decreto è un disastro per le persone che si trovano nelle mie condizioni. Mi ha risposto con gentilezza, ma dimostrando di non aver capito molto delle ragioni per le quali mi ero permessa di scrivergli». Elizabeth Arquinigo – la giovane cittadina peruviana cresciuta in Italia e “intrappolata” nella gabbia burocratica del decreto Salvini – ha scelto di scrivere una lunga lettera per rispondere al ministro e di indirizzarla, però, agli italiani e alle italiane «come me», nati in Italia o arrivati in Italia in tenera età e cresciuti qui. Elizabeth ripercorre i diciotto anni di residenza in Italia, tra grandi e piccole discriminazioni, tra distacchi e avvicinamenti, per spiegare come ci si trova a vivere tutti i giorni in un paese di cui ci si sente cittadini, ma dal quale non si è riconosciuti. La storia di Elizabeth è intervallata da riflessioni sul presente e sul futuro di ciascuno di noi. «Non sto parlando di me», scrive Elizabeth nelle ultime righe del testo. «Sto parlando di noi. Non noi e loro. Tutti noi. Del nostro presente e del nostro futuro, soprattutto». Ci lascia infine con una grande lezione sulla convivenza tra culture e identità, una convivenza che «è anche nelle persone, non solo tra le persone»: un’idea inconcepibile «per quelli che sostengono il decreto […] perché è la dimostrazione pratica che esistono realtà molto diverse dal loro concetto di identità, realtà che devastano l’identitarismo e il nazionalismo».